Sunday, November 8, 2009

Musei e Oratori di Contrada: la Lupa


Non potevo non visitare la Contrada della Lupa, uno dei miei nipoti apartiene a questa contrada e quindi...

L’inizio della costruzione dell’Oratorio della Contrada della Lupa risale al 1511 quando era di proprietà della Compagnia Laicale di San Rocco, protettore degli appestati.

Dal 1600 circa la Contrada della Lupa utilizzò questa chiesa come sua sede che solo 1786 divenne di sua proprietà dopo che la Compagnia Laicale era stata soppressa dalle Leggi Leopoldine.

L'Oratorio è dedicato quindi a San Rocco e a San Giobbe. Per molto tempo fu abbastanza spoglio per mancanza di soldi. Dopo il Concilio di Trento però le Chiese si sentirono quasi costrette ad arricchire i loro luoghi di culto con dipinti e allora, per risparmiare, la Contrada della Lupa commissionò i dipinti a giovani autori senesi del ‘600, quasi tutti figli d’arte.

L’Oratorio della Lupa svolge quasi funzione di Parrocchia nel suo territorio; infatti ogni domenica elle 8.00 viene celebrata la Messa a cui possono partecipare tutti.

All’interno dell’Oratorio c’è un Organo di dimensioni ridotte costruito nel 1882 da Nicomede Agati. La guida mi ha detto che esistono degli spartiti di musica scritta appositamente per gli organi degli Oratori di Contrada.

Nella Sala Capitolare dell’Oratorio vi è un ciclo di affreschi sulla vita di San Rocco realizzato da Rutilio Manetti, autore senese del ‘600 di quelli più noti. Come ogni ambiente della Contrada esso è carico di storia e di arte ma viene vissuto dalla quotidianità della Contrada stessa. Ad esempio in questa Sala vengono allestiti eventi vari come concerti, presentazione di libri, etc; ha luogo anche la Vestizione delle Comparse per il corteo storico del Palio.

Nella Sala del Seggio sono custodite due Bandiere storiche l’ultima delle quali in ordine di tempo a dir la verità non piacque molto ai lupaioli essendo questi molto legati alla iconografia tradizionale.

Le bandiere come anche le monture più antiche risalgono al 1904. Nel 1928 furono rifatte le Monture e le Bandiere di tutte le Contrade seguendo un criterio preciso in quanto fino a questo momento ogni Contrada aveva fatto un po’ a modo suo.

Sempre in questo anno venne rifatto anche il Carroccio, il carro che chiude il corteo storico e sul quale viene issato il Palio. Il carroccio del 1928 è attualmente visibile all’interno del Museo Santa Maria della Scala.

Nel 1955 furono nuovamente rifatte Monture e Bandiere poi nel 1981 e l'ultima volta nel 2000.

E’ interessante notare nelle Monture lo stile che cambia e che rispecchia quello della moda contemporanea.

In questa Sala è presente un dipinto molto noto e importante di Ventura Salimbeni realizzato nel 1603 e che ha come soggetto San Rocco che mostra le piaghe alla Madonna.

Sempre in questa Sala è presente uno Stendardo color bordeaux di quando i lupaioli andarono in pellegrinaggio a Caprera in onore di Giuseppe Garibaldi il quale aveva portato loro fortuna nel 1867 quando il Palio fu anticipato al 15 agosto proprio per permettere a Garibaldi di presenziarlo e la Lupa lo vinse.

In quell’occasione Garibaldi lasciò una sua foto con dedica al fantino vittorioso. Il drappellone in oggetto è visibile nella Sala delle Vittorie dove ha una collocazione d’onore all’interno di una teca di legno. Accanto ad esso è visibile la foto con la dedica di Garibaldi.

Nella Sala delle Monture è possibile vedere le Monture degli anni passati e quelle utilizzate attualmente e devo dire che sono davvero molto belle. L’elmo del duce, realizzato dallo scultore senese Olla, merita uno sguardo particolare.

Qui la guida mi ha spiegato anche come mai nel simbolo della Contrada della Lupa c’è una corona sopra alla testa della lupa: è un omaggio alla lupa di Roma imperiale.

La lupa senese infatti è diversa da quella romana in quanto la testa guarda davanti e non di lato.

Dalla Sala delle Monture finalmente si arriva alla Sala delle Vittorie dove la mia attenzione è stata portata nei confronti del Palio vinto il 2 luglio 1945, anno della fine della seconda guerra mondiale, e questo perché in basso a destra c’è un drago sanguinante perché colpito da un pugnale e sulle ali sono state disegnate le svastiche naziste. Al centro del drappellone le bandiere dei cinque paesi alleati. Destò molto scalpore ovviamente questo drappellone perché una delle Contrade di Siena è denominata proprio Drago ma il drago era il simbolo del nazismo e in questo modo l'autore aveva voluto sottolineare la sconfitta del nazismo.

A proposito del periodo storico la guida mi ha spiegato che il Palio non è mai stato interrotto per alcuna ragione tranne che dal 1940 al 1944.

Un altro Palio degno di nota è quello straordinario corso il 18 agosto del 1907 in quanto è stato l’ultimo Palio in cui i barberi (i cavalli che corrono) erano tutti scossi, cioè senza fantino e per incitarli alla corsa venivano messe addosso ai cavalli delle perette, una di queste è posizionata accanto al drappellone. Oggi non sarebbe più possibile una cosa del genere.

L’ultimo Palio vinto dalla Lupa risale al 1989. Me lo ricordo bene perché è stato il primo anno da quando ero a Siena che ho seguito tutte le fasi del Palio.

Mi ricordo anche che mi trovai quasi in mezzo ad una ‘scazzottata’ tra i contradaioli della Lupa e quelli della loro contrada rivale, l’Istrice, perché nessuna delle due voleva dare la precedenza all’altra per entrare in Piazza del Campo con il cavallo.

In questa Sala è conservata anche la Colonna con la lupa romana che era stata innalzata nel 1548 di fronte all’Oratorio e che è stata sostituita nel 1966 da una nuova effigie donata dal Comune di Roma.

Troviamo anche un importante documento del 1698 e cioè il manoscritto dei ‘Capitolo et ordini della Contrada’: fino a questo momento veniva tramandato tutto oralmente.

Una scultura a forma di Leone è presente in Sala; esso si trovava nella Fonte Nuova di Ovile e da esso scorreva l’acqua. Ironia della sorte si tratta di un ‘leone’, animale non proprio caro alla Lupa perché ricorda il nome della società della sua contrada rivale…

L’ultima Sala è quella del Consiglio dove sono esposti anche i masgalani. Mi è piaciuto molto quello eseguito dallo scultore senese Olla per il masgalano del 1998.

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scritto da Amina


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